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DANZA & BENESSERE

Scenario del balletto nel Novecento in Europa

Scenario del balletto nel Novecento in Europa

Questo nuovo secolo si espande su uno scenario del balletto non semplice, nel quale la “antica Europa” non occupa più, come nel secolo precedente, una posizione di rilievo universale, rispetto ad altri Continenti.

Persino vicende politiche e i vari cambiamenti culturali producono un riflesso radicato nei confronti della danza delle accademie.

Si possono avere esempi fulgidi di questa situazione nell’ambito della danza libera, alla quale una rivoluzionaria e sperimentale danzatrice come Isadora Duncan, agli inizi del XX secolo, si contrappone in maniera molto visibilmente alle linee guida rigide del balletto classico, cercandone per lo meno la disobbedienza creativa ed esecutiva. 

Da qui grazie anche all’ispirazione dei cambiamente avvenuti a livello di storia dell’arte, sempre tramite i nuovi stili come il Futurismo, l’Art Nouveau e l’Espressionismo, si otterranno in parallelo numerosi nuovi stili legati alla base della appena nata danza moderna.

Lo stesso Modern, per tutto il resto del XX secolo, si contraddistingue sia a livello di nuova concezione della danza convenzionale, sia perché all’interno di questa cangiante corrente danzaria, inizieranno a svilupparsi artisti molto differenti tra loro, alcuni legati ad uno stile maggiormente rappresentativo, altri legati ad uno stile completamente astratto; alcuni ancora limitatamente legati alla didattica ed al rispetto di alcuni canoni della danza classica, altri completamente sperimentatori di nuovi gesti e movenze completamente distaccati dalla geometrica, ma soprattutto dalle impostazioni severe della danza del passato.

A questo punto il balletto viene in un certo senso momentaneamente “eclissato” dalla nuova concezione danzaria, alla quale gran parte del pubblico mondiale sembra rispondere in maniera alquanto positiva.

E’ il momento in cui il classico subisce questa sorta di contraccolpo di popolarità da parte della Modern, pertanto spinto a ricercare nuovi contenuti originali, cercando quindi di rigenerarsi completamente sia per quanto riguarda la sperimentazione (nell’ambito della coreografia) che per quanto riguarda lo stile legato alla didattica generale dei futuri allievi.

Questo balletto di stampo Novecentesco viene rappresentato alla sua massima espressione da artisti coreografi e maestri del calibro di Balanchine, Béjart, Ashton e molti altri, sia statunitensi, che francesi, che russi; i nuovi linguaggi utilizzati da questi grandi compositori di danza riscuotono un grande impatto nel pubblico, il quale accetta questa nuova dialettica del ballo che risuonerà e si propagherà su ogni palcoscenico d’Europa, degli States e del Mondo intero.

Sarà solo dopo essersi sfogato a dovere (circa dalla seconda metà del 900’) che il pubblico inizia a riacquistare interesse nei confronti della conservazione e del recupero delle rappresentazioni stilistiche e coreografiche appartenenti al balletto Settecentesco e Ottocentesco.

Questo ritorno alle origini fa capire come e quanto pur apportando modifiche innovative all’arte, essa tenda sempre e comunque a comportarsi in maniera ciclica, creando sempre nel corso dei secoli e della storia umana, un senso di “Riptide” o di corrente di ritorno, che invoglia il pubblico sia ad immergersi in nuove concezioni, sia a sentire nel contempo una sorta di malinconia degli stili originali del passato.